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al testo di Teresa Milioto
Nemmeno ho il ricordo
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Nemmeno ho il ricordo dell'uva che bevvi girando i pensieri dalla parte del torto. Mi affami profeta a spargere convenevoli, - briciole - e io ancora attendo il banchetto e un più acceso commiato. E impronte cantate sulla carta risorgono di virtù popolare: l'Amore. Ricordi l'Amore? L'ululato dell'anarchico è rima sul mio collo di cigno nero: E per sempre appartengo alle mie stesse parole, E per sempre appartieni alle tue stesse parole. Al buio brancolo e vedo il lume: ha volto maschile la luna stasera.
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Cosimina
- 23/01/2012 21:24:00
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Chapeau! E questa...ti adoro!
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Teresa Milioto
- 19/01/2012 20:57:00
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Alessandro un doppio grazie: è mia premura rispolverare "Il ponte" che mi guida alla poesia. un saluto...
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Alessandro Mariani
- 19/01/2012 17:13:00
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La fecondità della lingua, e le idee mi hanno ricordato i bellissimi versi di Hart Crane. Avete una retorica simile, originalissima. Ti faccio i miei complimenti.
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Teresa Milioto
- 19/01/2012 14:41:00
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create poesie da poesia. grazie poeti
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leonora.lusin
- 19/01/2012 14:28:00
[ leggi altri commenti di leonora.lusin » ]
Mi piace tanto questa luna dal volto maschile. La tua scrittura sembra provenire da unaltra epoca (uno strano futuro-passato)
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Mauro Iozzi
- 19/01/2012 14:27:00
[ leggi altri commenti di Mauro Iozzi » ]
Molto bella ed intima...sembra una lettera che il destinatario non riceverà mai.... Ricordi lAmore? chissà... ciao
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Teresa Milioto
- 19/01/2012 12:27:00
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Vi ringrazio tanto. Bella e giusta constatazione: pennellate a toccar diverse cose. Mi piace l’idea di teatro e spettatori e attori. Mi piace l’idea del non ricordare “l’errore”. Un’ottima interpretazione Giovanni, ha colto innumerevoli verità, mie e del “poeta” e quell’intima anarchia che abbiamo nello scrivere, nel voler liberare le parole dalle regole. Una postilla sul mio collo di cigno nero. - rara avis in terris nigroque simillima cigno - il cigno nero è a ricordare l’impossibile (dedotto) divenir possibile: ”E per sempre appartengo alle mie stesse parole, E per sempre appartieni alle tue stesse parole”. Ogni poeta fa cosa rara: rende immortali le proprie parole. un caro saluto
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Giovanni Degli Esposti
- 19/01/2012 10:05:00
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Perdonami, Teresa, se in questi tuoi versi mi pare di contemplare una sorta di"volo anarchico" un "grido" di rottura e ribellione, pur se dissimulato sotto versi "lenti" quasi morbidi e mai spezzati (se non quel "briciole" che forse vuol gridare linsufficenza delle parole del "profeta" che (ancora forse) taveva promesso ben più complete emozioni a "cibo/banchetto" della tua anima). Finchè non approdi allAmore (con la maiuscola)e in quello trovi quasi una "spiaggia" per posare il tuo volo. Spiaggia che, però, riscopri nella tua libertà inferiore che è solo "grazia" a te stessa: larte, la tua poesia e i tuoi versi... le tue parole, cui ti senti appartenere "per sempre". E il grido si acqueta nel buio, rischiarato solo dalla luna... con uno strano volto... un ricordo? Che forse vuol richiamarti alla "ubriacatura" iniziale del "profeta". Per riprendere, poi, il volo? Piccolo ma tenace gabbiano, quasi a seguire i versi di ribellione di Bob Dylan: "Quanti mari un gabbiano dovrà attraversare... per giungere e riposare?". E comunque un bel "canto libero". Grazie!
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Nando
- 19/01/2012 00:48:00
[ leggi altri commenti di Nando » ]
(seppur da inesperto)Riconosco un pezzo di ottima fattura, degno di un monologo teatrale. Chiusa eccezionale.
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Lamekis
- 18/01/2012 23:35:00
[ leggi altri commenti di Lamekis » ]
nemmeno hai il ricordo ma come lhai scritto lo fa memorabile
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Loredana Savelli
- 18/01/2012 22:56:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Molto bella e ricca di temi rapidamente accennati con pennellate, comunque, decise.
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